La Calabria è una terra, dal punto di vista enogastronomico e non solo, ricca di tradizioni antichissime tramandate da generazioni che, ancora oggi, vengono messe in pratica soprattutto nei piccoli e meravigliosi borghi di cui questa terra ne è ricca.
Tra le svariate tradizioni culinarie di cui gode questa terra, spicca quella delle realizzazioni delle conserve e in particolare quella della realizzazione della salsa di pomodoro, conserva a che si prepara solitamente alla fine dell’estate, scandita in alcune accurate fasi.
La realizzazione della salsa di pomodoro è un vero e proprio momento di ‘riunione’ per le famiglie tutti i componenti a partire dagli anziani si riuniscono a partire dalle prime ore dell’alba. La lavorazione prevede l’impegno e la presenza dei familiari per più di una giornata.
Il rituale calabrese della preparazione della salsa inizia con l’accurata pulitura e il lavaggio dei pomodori, un’attività solitamente svolta dalle donne.
Una volta lavati, i pomodori vengono tagliati a pezzi e sparpagliati su delle stuoie posizionate in modo da permettere lo sgocciolamento di buona parte del liquido.
I pomodori, dopo essere stati cotti in grandi pentoloni, vengono trasferiti in una macchina per la passata originariamente manuale ma adesso elettrica. In questo enorme macchinario vengono inseriti i pomodori e trasformati in salsa che verrà versata in grandi contenitori di plastica, i cosiddetti ‘cati’. Successivamente questa deliziosa polpa viene inserita nelle bottiglie di vetro o ‘buccacci’ che poi vengono rigorosamente chiuse ermeticamente con un coperchio o tappo.
Il passaggio successivo, fondamentale, prevede la sterilizzazione dei contenitori: si riaccende la brace sotto il pentolone e si sistemano i contenitori che dovranno bollire per circa mezzora; dopodiché dovranno essere lasciati raffreddare per un po’.
Un’antica usanza calabrese prevede che, la sera, l’intera famiglia si riunisca con amici e ulteriori parenti per ‘assaggiare’ la salsa di pomodoro.