Il profumo del pane appena sfornato, il colore rosso dei peperoni appesi al sole a seccare, il suono di un’armonica e di una chitarra battente suonata da un abile artigiano capace di realizzare in pochi minuti ceste e panieri in vimini, la tecnica giusta per ottenere, con la pasta ed un apposito ferro, i “maccharruni”, i calcoli di uno scienziato utilizzati oggi in tutto il mondo per scandire i giorni e le stagioni. A scuola di food e cultura, è proprio nel 434esimo anniversario dall’introduzione del Calendario Gregoriano (ricorrenza universale celebrata oggi anche dalla pagina ufficiale di Google sul web), che hanno fatto tappa a Cirò, Città del Vino e del Calendario, le studentesse dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – Bra (Cn).
FOOD CULTURE AND COMMUNICATION. È, questa, la materia di studio del MASTER che ha portato il prestigioso ateneo in Calabria alla scoperta delle eccellenze agroalimentari del territorio. – Il gruppo, composto da 7 studentesse di diversa provenienza, coordinato dalla tutor Julia MARROQUIN, guidato dal Fiduciario della Condotta Pollino – Sibaritide – Arberia Lenin MONTESANTO, da Cristiana SMURRA, membro del comitato di Condotta e dal socio Damiano MONTESANTO, è stato accolto dal Sindaco Mario CARUSO che lo ha accompagnato in visita al Palazzo dei Musei per conoscere da vicino, la cultura contadina e, quindi, il mondo del vino; la figura dell’alchimista del ‘500 Giano LACINIO e quella dell’astronomo e matematico Luigi LILIO a cui si deve la riforma del Calendario Gregoriano che compie proprio ieri, 4 ottobre, 434 ANNI.
Rivolgendosi alla speciale delegazione di ospiti il Primo Cittadino ha colto l’occasione per rinnovare l’appello alla Regione Calabria a promuovere la figura di Lilio, riformatore del Calendario, ancora troppo poco conosciuto dagli stessi calabresi. Il valore ed il significato universale di Lilio – ha ribadito – va considerato di rilevanza regionale se non nazionale, non certo patrimonio esclusivo di Cirò. Lilio – ha concluso CARUSO rivolgendosi alle studentesse del gusto in stage nel cirotano – è uno dei principali marcatori identitari di questa terra, insieme a Pitagora e Sibari, attraverso i quali potenziare strategicamente l’appeal turistico culturale della Calabria nel mondo, 365 giorni all’anno.
Dalla preparazione dell’impasto alla cottura nel forno tradizionale di pane, pizza e pitte; passando dalla stesura dei MACCARRUNI ricorrendo all’utilizzo del tipico ferretto; e fino alla lavorazione artigianale di ceste e panari a cura di Turuzzo CARIATI. L’esperienza identitaria è stata ospitata dalla rinomata osteria Slow Food L’AQUILA D’ORO, gestita da Elisabetta CARIATI, figlia di Turuzzo, e dal maritoSalvatore VIZZA.