Istituire una DOC CALABRIA per tutti i vini della regione significa cancellare l’identità dei territori; sminuire il lavoro di chi, in questi anni, si è prodigato per la valorizzazione del terroir; penalizzare chi ha investito tempo e risorse per garantire quella qualità nella bottiglia ormai riconoscibile in tutto il mondo. Ragionare, piuttosto, sulla possibile introduzione della DOCG (denominazione d’origine controllata e garantita). È quanto dichiara Raffaele SENATORE, Presidente della casa vinicola Senatore Vini, dicendosi contrario alla proposta lanciata dal Presidente di Confagricoltura Calabria Alberto STATTI in occasione del recente VINITALY 2016 a Verona. Sarebbe una scelta poco coerente – commenta SENATORE – poiché farebbe venir meno tutto il lavoro fatto negli anni per valorizzare le DOC del vino e i territori. Una sicura penalizzazione per chi ha deciso di investire in vitigni autoctoni altamente emblematici ed evocativi. Il Presidente dell’azienda dell’Unicorno concorda con le motivazioni del presidente di Coldiretti Calabria Pietro MOLINARO: tutelare le diversità del modello agroalimentare del vino calabrese. Bisogna ragionare – rimarca SENATORE – sulla possibile introduzione della DOCG, che rappresenterebbe un’importante leva di sviluppo per il Cirotano e per i suoi produttori e trasformatori; bocciamo l’idea della DOC CALABRIA. –
