Nozze d’argento in cucina. Filippo Cogliandro, chef reggino conosciuto a livello nazionale, è quasi arrivato al traguardo dei 25 anni di esperienza professionale. Negli anni ’90 nasceva la scommessa de “L’Accademia”, nata da tre amici che si erano ritrovati per festeggiare il quinto anniversario della caduta del muro di Berlino. Da quel momento un percorso lungo e faticoso, quasi mai privo di ostacoli.
“Se sono arrivato a questi livelli, e perchè non ho mai smesso di crederci. Nei momenti difficili era dura andare avanti ma la passione mi ha sempre guidato, e portato dove sono oggi. La voglia di non arrendersi mai mi ha permesso di ottenere queste soddisfazioni, ed è il primo consiglio che posso offrire a chi si avventura in questo mondo”, dichiara Filippo Cogliandro.
Tra le difficoltà incontrate, quelle professionali legate al far sviluppare e conoscere un progetto particolare come quello legato alla cucina gourmet, ma non solo. Delle minacce e pressioni subite in passato dalla ‘ndrangheta, Cogliandro non ne vuole più parlare e anzi spazza il campo con decisione: “Sento spesso parlare di me come lo ‘chef anti ndrangheta’, basta mi sono stancato. Perchè evidenziare sempre quelli che sono gli aspetti negativi della nostra terra? Bisogna invertire la rotta, far emergere le cose belle e farne nascere di nuove”.
La doppia ‘visione’ di Reggio Calabria spesso è figlia di pregiudizi e stereotipi che si ripetono e sporcano quella che è la reale immagine del territorio: “A livello nazionale siamo più conosciuti per la mafia o altri fattori negativi. Abbiamo invece un universo di bellezze paesaggistiche, artistiche, culturali e gastronomiche da far invidia. Non a caso, quando i turisti toccano con ‘mano’ si fanno un’idea completamente diversa. Rimangono stupefatti dalle nostre bellezze, poi a me e i miei colleghi -ammette sorridendo- rimane il compito di prenderli per la gola…”.
Calabria terra di specialità (talvolta prodotti unici da esportare nel resto del mondo) e professionisti del settore culinario apprezzati a livello nazionale. Filippo Cogliandro uno degli esempi più eclatanti, Caterina Ceraudo e Riccardo Sculli fanno parte di un ‘plotone’ che ha tante eccellenze, magari nascoste… “Posso assicurare che ci sono tantissimi cuochi e chef di livello assoluto, la Calabria esprime questo binomio di qualità dei prodotti e di chi li deve ‘maneggiare’. Non è importante essere conosciuti dal grande pubblico, quanto invece essere apprezzati dai propri clienti”.
In televisione, negli ultimi anni, si è assistito ad una ‘invasione’ di programmi, format, reality basati sul mondo della gastronomia. “Le telecamere sono fisicamente entrate in cucina, facendo vedere agli spettatori un universo che avevano solo immaginato. I piatti hanno una loro costruzione estetica, che nella società dell’immagine ha un ruolo fondamentale. Io in un programma come Masterchef? Non mi vedrei, preferisco un concetto utile come quello di cucina solidale, scoprire la cultura gastronomica di un determinato territorio”.
Presso L’A Gourmet l’Accademia di Reggio Calabria, Cogliandro punta con decisione sui prodotti locali. Dalle materie prime, alla carta dei vini, la Calabria la fa da padrona. “E mi arrabbio quando vedo che noi calabresi non siamo a conoscenza di questo o quel prodotto, delizioso, che solo noi abbiamo. Anche per questo motivo sono fortemente motivato nel valorizzare le specialità della nostra terra”.
Cosa rappresenta, in definitiva, la cucina per Filippo Cogliandro? “Quasi tutto, una delle fondamenta della mia vita. La vivo in maniera passionale, mi piace considerarla elemento trainante delle nostre vite. Basta pensare nel campo sociale, sentimentale, anche politico, quanto influisce nelle nostre vite. Le decisioni più importanti della storia, sono state prese a tavola. Non è mica un caso…”.
L’A GOURMET L’ACCADEMIA
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