Voler bene alla terra, tema dell’edizione 2016 del Salone del Gusto di Torino si sposa perfettamente con i valori che Slow Food Calabria da tempo porta avanti con il lavoro delle condotte e dei suoi associati, dei giovani produttori e di quanti hanno scritto la storia delle produzioni buone pulite e giuste di questa terra. Profondo Food, l’esperienza collettiva che la chiocciola calabrese ha messo in campo per l’edizione 2016 in sinergia con la Regione Calabria – bissando la riuscitissima performance di due anni fa – si potrà vivere in Piazza Castello fino al 26 settembre.
Profondo Food racconta una grande generazione di produttori che parte dagli uomini e dalle donne – oggi sempre più giovani – con le mani sporche di terra ed animati dal rispetto per il lavoro e la legalità in un contesto difficile dove, però, si può essere costruttori di una strada nuova che realizza prodotti di qualità e fa essere felici chi le realizza.
Nel rispetto della terra e del lavoro le esperienze nuove hanno voglia di dialogare con i territori e le regioni, per raccontare i valori che si portano dentro, e non esaurirsi semplicemente nei territori che li generano. Una contaminazione agroalimentare che apre la strada alla legalità e la condivisione delle esperienze regionali del Sud che è ideale, ma altrettanto reale, filo conduttore che rende Profondo Food una rete operativa che punta l’attenzione sulla produzione di cibo etico, riscopre i grani antichi dell’Appenino, stimola il confronto con le istituzioni territoriali e costruisce relazioni con le filiere produttive e le associazioni di categoria come momento di liberazione di riconquista della terra tra innovazione e rispetto della tradizione.
Tra le eccellenze presenti al Salone del Gusto ci saranno anche i prodotti identitari a logo Presidio Slow Food della Calabria, Caciocavallo di Ciminà, Gammune di Belmonte, Capicollo Azze Anca Grecanico, Moscato al governo di Saracena, Razza Podolica Calabrese, lo Zibibbo di Pizzo Calabro che sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano i territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall’estinzione razze autoctone e varietà della terra.
Dopo Delfino Maruca ed i legumi del Reventino, le castagne di Serrastretta affidate a Delfino Maruca, Filippo Cogliandro e il Caciocavallo di Ciminà, Enzo Milasi e la sua stroncatura, arriva la podolica calabrese cucinata da Antonio Biafora che chiuderà il sabato.
Domenica 25 settembre si parte da un aperitivo al cedro e peperoncino accompagnati dalla musica di Sasà Calabrese che rende omaggio a Gianmaria Testa. Evento coordinato da Sergio Gimigliano con la partecipazione di Paola Farinetti. Luigi Lepore cucina il pomodorino siccagno. Alle 16.00 Alberto Carpino, Silvio Greco, Carmelo Salvino ci introducono nella degustazione di salumi calabresi. A seguire il workshop che approfondisce i temi del benessere rurale, lo sviluppo turistico e la Calabria che verrà con Cinzia Scaffidi, Francesco Esposito, Domenico Pappaterra, Mario Grillo, Carmelo Salvino, Alessandro Zanfino e Mario Oliverio. Il morzello catanzarese, il lampredotto toscano, il soffritto napoletano sono i protagonisti della grande sfida in rosso curata da Nicola Fiorita, Rino Silvestro e Fulvio Prandi. Mozzarella e Peperoncino con i formaggi di Mario Grillo e le confetture piccanti alle ore 19.00. E dopo i grandi rossi di Calabria – Gaglioppo e Magliocco – con Gennaro Convertini e Matteo Gallello. Giulio Bagnale accompagna Luigi Lepore che cucina l’uovo alla diavola, finale gustoso alle 21.30.
Lunedì 26 settembre si saluta Terra Madre con la degustazione degli spumanti calabresi metodo classico con Giancarlo Gariglio e Gennaro Convertini alle ore 12.30. Alle 14.00 la resistenza gastrofonica viaggiante con Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea ed il dj set di Donna Camillo. Gennaro Convertini promuove il laboratorio sui vini biologici di Calabria e per finire Rosario Franco ed Antonio Fazzari presentano l’olio extravergine di Calabria.