La Calabria è un universo di specialità gastronomiche, eccellenze del bere e del mangiare oramai rinomate e apprezzate non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Per la rubrica ‘Prodotti Tipici’ il Capocollo di Calabria DOP, uno dei tanti orgogli gastronomici calabresi.
Nonostante le prime testimonianze relative alla lavorazioni delle carni suine in Calabria risalgano al 1600, le origini della produzione di salumi in tale regione discendono con tutta probabilità ai tempi della colonizzazione della Magna Grecia.
Ricavato dai muscoli cervicali del suino, il capocollo è preparato utilizzando le carni della parte superiore del lombo dei suini, disossato e quindi salato a secco o in salamoia, con sale da cucina macinato. Tale taglio di carne deve presentare uno strato di grasso di circa tre, quattro millimetri per mantenerlo morbido durante le fasi di stagionatura e migliorarne le caratteristiche organolettiche.
Alla salatura, che dura da quattro a dieci giorni, seguono il lavaggio con acqua e aceto di vino, la pressatura e l’aggiunta di pepe nero in grani. Avvolto in diaframma parietale suino e legato in senso avvolgente, con spago naturale, viene posto a stagionare per non meno di cento giorni dalla data dell’avvenuta salatura.
Prima dell’asciugatura si affumica per alcuni giorni la carne: il suo sapore delicato si trasforma con la maturazione, che dura massimo 4 mesi, diventando sempre più intenso.
Questo salume viene proposto usualmente come antipasto o secondo piatto, accompagnato a vino rosso locale ed al tradizionale pane calabrese a lievitazione naturale, che ne esaltano il sapore intenso e morbido. Il Capocollo può essere gustato anche come spuntino, rendendo goloso anche il più semplice dei panini imbottiti.