Impossibile parlare di cucina calabrese senza ricordare uno dei capisaldi in materia, ovvero il piccante che fa da protagonista in diversi piatti. Peperoncino, ‘nduja e tanto altro, sono infinite le varianti che ‘infiammano’ i buongustai, calabresi e non.
Antipasti, primi piatti e secondi, ovunque c’è spazio per un condimento o salsa piccante. Nella zona di Catanzaro ad esempio è piuttosto rinomato ‘U Morzeddhu’, piatto a base di interiora di vitello cotte nel pomodoro e accompagnate da peperoni particolarmente piccanti e servite nella pitta, un pane basso e circolare.
A Mammola lo stoccafisso è la prelibatezza per eccellenza, come non citare lo stufato di stoccafisso con patate, olive e peperoncini. La “sardedda” invece è una salsa di sardine o bianchetti con sale e peperoncini, il tortino di acciughe o il pesce bandiera, servito sia in umido che a mo’ di cotoletta.
La ‘nduja è forse regina dell’universo piccante, negli ultimi mesi il salame spalmabile originario di Spilinga ha conquistato palati di tutto il mondo e chef rinomati. Realizzata con grasso, muscoli e interiora del maiale conditi con abbondante peperoncino, la ‘nuja può infatti essere impiegata in molteplici preparazioni, dalla pasta ai secondi piatti, ma la si può anche gusare “nuda”, spalmata su una fetta di pane o sulla pizza.
I pipi chini, peperoncini ripieni di carne o tonno, completano la lista (sempre più… robusta) di cibi piccanti tipici calabresi. Non esiste controindicazione, se non il consiglio di non abbondare con il piccante. E il saper resistere alle ‘fiamme’ offerte da queste pietanze…