Il vero rivoluzionario, al giorno d’oggi, è chi non ha paura di guardarsi indietro. Nell’epoca dei social network, della comunicazione globale e la tecnologia diventata sempre più incessante, sorprende e stupisce la storia di Stefano Caccavari, giovane calabrese.
Laureato in Economia aziendale , Stefano in realtà ha sempre voluto fortemente avere a che fare con la terra e la natura incontaminata. Circa un anno fa, forte dei successi raccolti a San Floro con il progetto “Orto di famiglia”, Stefano ha messo nel mirino l’ottocentesco macinatoio a pietra della valle, in procinto di essere ceduto dal vecchio mugnaio ad alcuni imprenditori senesi. Non ci sta, e cosi lancia un appello su Facebook per salvarlo.
A “Salviamo l’ultimo mulino in Calabria” hanno risposto in più di cento. Un risultato straordinario che ha consentito di racimolare, in poco meno di 90 giorni, 500 mila euro e di assegnare a Caccavari il record mondiale di raccolta condivisa di fondi. Con il crowfounding è nato cosi il progetto Mulinum, ovvero la coltivazione di grani biologici, con il coinvolgimento di 20 aziende agricole che hanno dato vita alla più grande e specializzata filiera di grano antico Senatore Cappelli del sud Italia, oltre 200 ettari già seminati
Lo “Steve Jobs” calabrese, così qualcuno lo ha definito, ha stracciato anche un altro piccolo miracolo: in 4 mesi esatti è stato in grado di realizzare con i soldi raccolti una struttura nuova, totalmente in legno e bio edilizia, riuscendo a tagliare il traguardo malgrado difficoltà burocratiche, permessi e autorizzazioni. Tutto questo senza aiuti pubblici e con il solo finanziamento di piccoli investitori privati.
Dal sogno all’incredibile realtà. Il 31 gennaio scorso, davanti ad oltre 2 mila persone, è stato inaugurato il mulino a San Floro, dove il grano diventa farina e la farina viene trasformata in prodotti da forno: pane, pizza e dolci. Da allora il Mulinum di San Floro macina grani antichi e spedisce farina in Italia e in Europa.
“Questo è soltanto il primo sogno realizzato – confida Stefano Caccavari all’Ansa – perché ovviamente non ci fermiamo qui, sogniamo in grande e diciamo che questo è soltanto l’inizio di un progetto più ampio. Inoltre vogliamo sfatare il luogo comune che vede la terra di Calabria quasi sempre marchiata come un territorio difficile, provato da disoccupazione e dalla criminalità. Oggi – conclude Caccavari – grazie ad internet e a tanti giovani parlare di Calabria in termini positivi e per certi versi, entusiasmanti, è possibile”. Un vero rivoluzionario, un sognatore che riesce a tramutare imprese apparentemente impossibili in realtà. La Calabria ha enorme bisogno di tanti altri giovani come Stefano, per riemergere dalle difficoltà che sta attraversando.