L’olio di oliva è da sempre alimento principe nella dieta di tutti i giorni, oltre le sue indiscusse doti salutistiche, rappresenta anche un pilastro dell’economia del nostro Pese, soprattutto per le Regioni come Puglia, Calabria e Sicilia. Proprio per queste sue virtù l’olio è un alimento ad altissimo rischio di frode, e le mistificazioni a tal merito risalgono addirittura al tempo dei babilonesi dove già da allora furono emanate rigide leggi sulla commercializzazione del prezioso grasso.
Oggi l’olio extravergine di oliva mantiene il primato tra i grassi vegetali quale unico, viste le sue proprietà, lipide in grado di apportare un notevole valore calorico e nutrizionale. Il mercato unico e la globalizzazione hanno, però, messo in serio rischio gli oli ricavati da olive italiane.
Dal 1° luglio 2016, però, entrerà in vigore il decreto legislativo n. 103 del 23 maggio 2016 recante “disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento (UE) n. 29/2012 relativo alle norme di commercializzazione dell’olio di oliva e del regolamento (CEE) n. 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa d’oliva, nonché ai metodi ad esse attinenti”, noto come “decreto sanzioni olio”.
Questo nuovo decreto modifica e rafforza il sistema sanzionatorio per le violazioni degli obblighi previsti dal regolamento (UE) n. 29/2012 e dal regolamento (CEE) n. 2568/91, sostituendo il sistema sanzionatorio contenuto nel decreto legislativo 30 settembre 2005, n. 225 in funzione delle modifiche intervenute nella normativa europea nel settore oleario.
In particolare tra le principali norme figurano le sanzioni riguardanti l’evocazione di un’origine geografica dell’olio diversa dall’origine dell’olio stesso, anche se questo è correttamente etichettato.
L’articolo 4 comma 1 del nuovo decreto, per la prima volta, prevede una sanzione fino a 12 mila euro, per i produttori che riportano “segni, figure o illustrazioni che possono evocare un’origine geografica diversa da quella indicata in etichetta, anche se veritieri”. Per esempio un olio di oliva extravergine che in etichetta riporta correttamente la dizione dell’origine “Miscela di oli di oliva originari dell’Unione europea e non originari dell’unione”, ma che presenta, però, sulla bottiglia o nel packaging “ segni, figure o illustrazioni che possano evocare un origine italiana (tricolore, nomi, immagini tipiche delle regioni dell’Italia). Questa sanzione non era prevista nel vecchio D.Lgs n. 225/05.
Altra interessante novità del nuovo D.lgs n. 103/16 riguarda il metodo di produzione dove all’art. 5 in base ai chiarimenti forniti dalla Commissione UE le eventuali diciture “prodotto a freddo” e “ottenuto a freddo” possono essere utilizzate a condizione che l’olio sia stato ottenuto ovviamente a temperature inferiori ai 27°C. Le sanzioni in questo caso vanno da un minimo di 3.500 euro fino ad un massimo di 18.000 euro.
Per quanto riguarda la ristorazione collettiva le sanzioni per detenzione degli oli in recipienti con sistemi di chiusura non conformi (antirabocco) registrano un incremento rispetto al D.lgs n. 225/05 passando ad un minimo di 150 euro fino ad un massimo di 600 euro.
L’ICQRF nel suo rapporto 2015 ha evidenziato che i principali illeciti riscontrati nel comparto oleario sono stati: la violazione degli obblighi di registrazione nei registri di carico e scarico, l’usurpazione, imitazione o evocazione di una DOP, o del segno distintivo o del marchio, nella designazione e presentazione del prodotto, irregolare utilizzazione delle indicazioni facoltative o della designazione dell’origine, commercializzazione di olio extravergine di oliva ottenuto per miscelazione con oli lampanti e deodorati e/o con oli di semi, olio extravergine di oliva italiano risultato all’analisi o all’esame organolettico di categoria inferiore al dichiarato, mancato adempimento degli obblighi di rintracciabilità, mancato assolvimento, da parte dei produttori di oli extravergine a DOP, degli obblighi pecuniari nei confronti degli OdC e/o dei consorzi di tutela.
Con questo nuovo decreto legislativo si aggiunge un importante tassello alla tutela dei consumatori ma anche dei produttori italiani di olio extravergine di oliva.
Dr. Antonio Paolillo Tecnologo Alimentare