Home / articolo spalla laterale in evidenza / Al Museo di Reggio Calabria l’evento sulla tradizione millenaria del vino calabrese: “Patrimonio unico”

Al Museo di Reggio Calabria l’evento sulla tradizione millenaria del vino calabrese: “Patrimonio unico”

Si è tenuto oggi il convegno incentrato sulla ‘Giornata dedicata alla cultura del vino e dell’olio’, voluta dall’Associazione Italiana Sommelier con l’adesione dei Ministeri delle politiche agricole (MIPAAF) e dei Beni culturali (MIBACT) e della RAI che quest’anno in Calabria è stata celebrata in una location eccezionale, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio, con un evento altrettanto straordinario.

 

L’evento si è aperto alle 10, con una visita guidata del Museo di Reggio Calabria, “Alla scoperta delle radici del vino calabrese”, a cura di Giacomo Oliva e Patrizia Marra. Illustrati i vari reperti legati alla cultura del simposio e del convivio, contenitori, utensili, anfore e vasi.

Alle 11 il via al convegno “Vitigni e cultivar tradizionali: un’identità da preservare, un patrimonio da valorizzare” moderati dal giornalista Gianfranco Manfredi.  Oltre alla presidente dell’Ais Calabria, Maria Rosaria Romano, sono intervenuti Antonino Tramontana, presidente Camera di Commercio reggina, il professor Battista Sangineto, dell’Università della Calabria (“Archeologia del vino in Calabria, una storia bimillenaria) e il professor Daniele Castrizio, dell’Università di Messina (“Il vino in Calabria come fonte di ricchezza materiale e culturale nell’epoca tardoantica e medievale”) mentre l’intervento del dottor Antony Rizzitano, Funzionario MIPAAF, ha riguardato il quadro legislativo.

Introduzione a cura del giornalista Gianfranco Manfredi, che ha sottolineato “finalmente siamo riusciti ad organizzare un simile evento al Museo di Reggio Calabria. Da qualche anno c’è stata la riscoperta dei vitigni autoctoni, e la Calabria ne ha un patrimonio vastissimo, alcuni sono ancora da scoprire. Si tratta di una tradizione millenaria, che affonda le proprie radici nella storia di questa regione. Studiare e approfondire quello che è il mondo del vino, permette di ritrovare sapori straordinari, che rischiavano di andare perduti”.

“Non si può valorizzare nulla, se prima non si conosce il passato. Quella di oggi -assicura Maria Rosaria Romano, presidente dell’Ais Calabria- è una tappa importante dell’impegno dei sommelier calabresi a promuovere e far conoscere la produzione enologica, valorizzando il ricco patrimonio di antichi vitigni autoctoni, una straordinaria varietà che si riscontra anche nelle cultivar olivicole.  Siamo convinti che così si mettono in luce l’identità territoriale e le potenzialità di una regione ricca di storia, di bellezze paesaggistiche, tradizioni enogastronomiche, cultura e valori umani”.

Presente in doppia veste Antonino Tramontana, in qualità di presidente Camera di Commercio reggina e rappresentante dell’omonima azienda vinicola. “Qui mi sento a casa, proprio al Museo avevamo presentato uno dei nostri vini più importanti, il ‘1890’. Oramai in tutta la Calabria si parla di vino, siamo reduci dalla positiva esperienza del Vinitaly dove erano presenti per 20 realtà calabresi. Ci sono una serie di progetti importanti, utili per veicolare ulteriormente il comparto, che speriamo di poter realizzare presto”.

Lungo e articolato l’intervento del professor Battista Sangineto, archeologo e storico, incentrato soprattutto sul rapporto che nell’antichità ha legato i romani alla Calabria. “Il 50% del vino che arrivava a Roma, e parliamo di una quantità enorme, arrivava in Calabria per mezzo di anfore. Il quartiere ‘Testaccio’ di Roma deve il suo nome al monte riempito di cocci di anfore, gettate dopo che venivano svuotare dal vino. La Calabria, in realtà, aveva rapporti consolidati in tutto il Mediterraneo. Si beveva un vino molto graduato, mescolato con il miele o altre spezie” ha spiegato Sangineto, raccontando inoltre l’origine del nome Enotria, dall’interpretazione ancora non univoca.

Il professor Daniele Castrizio nel suo intervento ha ricordato i rapporti che nell’antichità hanno legato la Calabria al mondo ebraico. “In Egitto, Turchia, Tunisia e diverse altre nazioni hanno una memoria della tradizione calabrese che talvolta supera la nostra, riconoscono tutta l’importanza che abbiamo avuto nel corso della storia. Dobbiamo tornare ad essere il ‘Nord del Sud’, e non il contrario”.

Nel pomeriggio invece, in chiusura di una giornata intensa, la consegna degli attestati del “Corso sull’Olio Extravergine di Oliva” curato dall’ AIS Calabria e un’affascinante degustazione dei vini a base di vitigni autoctoni premiati con le 4 viti della Guida AIS “Vitae”.