Home / Calabria / Primo piano / Made in Italy: avanza l’introduzione del marchio Bio

Made in Italy: avanza l’introduzione del marchio Bio

Il biologico come risaputo è un settore in crescita e rappresenta una tanto grande quanto importante fetta del Made in Italy, con il nostro Paese tra i leader in Europa. Con l’obiettivo di favorire e promuovere la conversione al metodo bio delle imprese agricole a agroalimentari italiane, il Senato ha approvato questa mattina la proposta di legge in materia in Commissione Agricoltura. Tra le novità , l’introduzione di un marchio per il bio italiano, un modo per garantire la massima trasparenza sull’origine e la filiera dei prodotti e per rendere maggiormente consapevoli i consumatori.

“Siamo i primi al mondo – sottolinea il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, che ha seguito l’iter in Senato per il Mipaaf – a riconoscere per legge i bio-distretti dando così il giusto valore agli attori che operano nei tanti distretti biologici italiani e permetteremo lo sviluppo e la crescita di questi virtuosi sistemi produttivi locali. Grazie a questa legge rispondiamo ad esigenze di un settore, quello agricolo, che da anni attende aggiornamenti normativi e migliorie per la tutela del comparto biologico. Un comparto su cui il Governo crede fortemente, in linea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork – continua Giuseppe L’Abbate – come dimostra la recente emanazione del bando per la ricerca sul biologico, con uno stanziamento di 4,2 milioni di euro, nonché i 5 milioni di euro a regime a partire dal 2021 già previsti nella Legge di Bilancio 2020 per la promozione di filiere e distretti”.

Con la proposta di legge approvata in Commissione Agricoltura al Senato viene rafforzata la filiera biologica attraverso la promozione dell’unione tra produttori. Il prossimo step prevede l’arrivo del testo nell’Aula di Palazzo Madama per il voto conclusivo del Senato, per poi ritornare alla Camera per la definitiva approvazione. L’estensione delle colture bio lungo la Penisola dedicata è di 2 milioni di ettari, pari al 15% della superficie agricola nazionale, focalizzata soprattutto al Sud (Sicilia, Puglia, Calabria) e in Emilia-Romagna mentre sono oltre 80.000 gli operatori.