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Le sorelle Mauro e il caffè ‘Sevengrams’: “Non è un bisogno, ma un desiderio”

Il caffè espresso è uno dei ‘monumenti’ della cultura italiana, esportata in tutto il mondo. Si tratta di un rito, un’abitudine entrata nella quotidianità di un intero paese, senza distinzioni da nord a sud. Ristretto, macchiato, decaffeinato eccetera, ognuno ha la propria ‘religione’ quando si tratta di consumare un caffè.
 La scelta delle quattro sorelle Mauro (Mary, Angelita, Anna e Daniela) con il progetto ‘Sevengrams’ va in controtendenza, sorprende, diventa quasi un’arte. “Seguendo le fasi dell’intera filiera ma anzitutto cambiando il paradigma, cioè il modo di accostarci e quindi di bere l’espresso”, spiega Mary, amministratore delegato, al blog de ‘IlGiornale.it’.
Nel 2008 la scelta di uscire dalla storica azienda di famiglia, l’anno successivo nasce il progetto  7 grammi. Perchè quel nome? “E’ la dose esatta di caffè finemente macinato necessaria per ottenere un espresso di qualità. La nostra azienda nasce così”.
Il caffè non come bisogno ma come desiderio, racconta Mary Mauro. Il segreto è nella cura del dettaglio, la ricerca della perfezione in tutte le componenti. Tostaura, miscela, retrogusto, tazzina, ogni aspetto viene vivisezionato.
La tazzina è autentica protagonista, mezzo con il quale esaltare l’aroma e la bontà del caffè. “La tazzina ideale -specifica Mary- non sacrificherà mai la sua funzione sull’altare dell’estetica, ma avrà un fondo a uovo per racchiudere in maniera garbata la crema. Il suo spessore sarà adeguato così da mantenerne il calore. Non verrà servita fredda, ma nemmeno troppo calda”.
Tre le miscele attualmente proposte: ‘Time’, 100% arabica, ‘People’, miscela corposa che si sposa bene con il latte, ‘Always’, decaffeinata. Per il consumo domestico la proposta è di cialde in carta e non di capsule in plastica o alluminio.