La Calabria parla, vive, lavora a Torino e in Piemonte da più di un secolo, e anche in questa edizione di Terra Madre ha fatto sentire la sua voce e il suo suono. Lo ha fatto però con tonalità diverse dalle tristi vibrazioni migratorie e dall’assordante rullìo del distacco e della nostalgia. La nostra terra ha affidato le melodie e le parole alla sua gente buona, pulita e giusta; ai suoi contadini, ai suoi pastori, ai suoi cuochi. Un grande coro impegnato ad armonizzare voci ricche di voglia di fare, di antica sapienza, di nuovi progetti, note semplici e coinvolgenti che affermano, con straordinaria energia, la voglia di legalità, d’impegno sociale, di capacità per poter costruire una Calabria sempre migliore.
Per Slow Food Calabria, Terra Madre Salone del Gusto, è stata una grande occasione per raccontare almeno una parte del lavoro e dei progetti che tutti i giorni ci vedono impegnati su temi come l’educazione, la salvaguardia della biodiversità, la tutela del nostro patrimonio culturale gastronomico, il dialogo con le istituzioni, la custodia e la cura dei produttori sani, dal Pollino all’Aspromonte.
La Condotta di Reggio Calabria ha raccontato con orgoglio le sue storie e il suo territorio, declinandolo dall’antica cultura dell’Area Grecanica alla profonda moltitudine di saperi della Piana di Gioia Tauro. Maria, Peppe, Donatella, Salvatore, Antonio, sono stati i nostri delegati di Terra Madre che, assieme ad altri 7000 contadini, artigiani del cibo, pescatori, indigeni, provenienti da 143 Paesi, hanno sfilato alla marcia mondiale di chi vuol bene alla Terra, per dire no allo strapotere delle multinazionali, affermando e discutendo, assieme a Carlo Petrini, sul concetto “loro sono giganti ma noi siamo moltitudine”.
“Roots: tra musica, liquirizia e Africa”, è stato il titolo dell’incontro proposto dalla Rete Giovani di Slow Food Calabria. Al centro dell’intervento le Radici, quelle antiche, quelle profonde e quelle giovani e prolifere dei nostri due rappresentanti presenti: Ismaele e Antonio, è a loro che, con fiducia, demandiamo il compito di dare un ruolo di centralità della Calabria nel Mediterraneo, e non solo geograficamente.
Il nostro Filippo Cogliandro, che aderisce all’Alleanza Slow Food dei Cuochi, oltre a deliziare i palati interpretando il Caciocavallo di Ciminà e il Bergamotto, ha raccontato la sua storia di Cuoco della Legalità, ambasciatore anti-racket della ristorazione italiana, il suo messaggio “dire no al pizzo è un’opportunità per crescere”, ha destato l’interesse dei tanti visitatori che, emozionati, lo hanno ascoltato, anche alte cariche dello Stato che, assieme a Carlo Petrini, hanno voluto incontrarlo.
L’approfondimento sulle proprietà salutistiche delle due produzioni provenienti dalla provincia reggina, le ha esposte la competente narrazione di Maura Sicari, giovanissima nutrizionista calabrese che ha appassionato anche attraverso le storie di chi il Caciocavallo e il Bergamotto li produce.
Sa ccheretùme me amictì cardìa andru, ghinèke, megàlu ce pedìa – Vi salutiamo con cuore sincero uomini, donne, adulti, fanciulli. Con questo incipit di una poesia di Salvino Nucera, poeta grecanico, letta da Salvatore Maesano, rappresentante della Comunità grecanica di Roghudi, si è aperto un focus sulle minoranze linguistiche e lo sviluppo delle aree interne. Ne abbiamo discusso con Piercarlo Grimaldi, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche, con Nicola Fiorita, Presidente di Slow Food Calabria, con Francesco Saccà, rappresentante del GAL Area Grecanica, con Giuseppe Battaglia, responsabile della Comunità dei Cibi della memoria Storica dell’area grecanica, con Marisa Gigliotti, referente regionale del progetto “L’Appennino che verrà”, con Michelangelo D’Ambrosio, coordinatore delle Comunità del Cibo di Terra Madre della Condotta di Reggio Calabria. Un dinamico confronto sulle tradizioni gastronomiche delle minoranze linguistiche e sul profondo nesso che le unisce al tempo festivo e rituale.
La freschezza del succo di bergamotto ha accompagnato una degustazione di Lestopitta, antica pietanza grecanica, preparata dalle sapienti mani di Donatella Favasuli, con le farine provenienti dai grani antichi da lei stessa coltivati in Aspromonte, e da Fortunato Aricò, cuoco dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi, appassionato e attento cultore delle tradizioni gastronomiche popolari che, con maestria e competenza, ne ha interpretato una squisita farcitura.
Il giovanissimo pasticcere, figlio d’arte, Sebastiano Musolino è stato esempio di freschezza e creatività dando vita, proprio per l’occasione di Terra Madre, a un nuovo dolce dal nome altrettanto fresco e profondo “Bergamadre”. Uno straordinario equilibrio di sapori e di profumi, dalla delicatezza della menta alla vivacità del bergamotto, passando per la classicità del pan di spagna e del cioccolato.
Rosario Franco e Antonio Fazari hanno proposto, con la consueta competenza e simpatia, un laboratorio sull’Olio Extravergine di Oliva di Calabria; un sensoriale viaggio sui monocultivar della nostra regione e la biodiversità olivicola dei nostri territori, proponendo una riflessione sul neonato IGP di Calabria.
Insomma, tante, tantissime cose sono avvenute a questo Terra Madre 2016, la disposizione e le emozioni sono state travolgenti, il dispositivo va sicuramente raffinato e migliorato, per farlo abbiamo due anni di tempo. Una principio è certo e cristallizzato: oggi parlare di cibo ha a che fare con i nostri diritti, la salute, il benessere, l’equità e l’ambiente. Noi tutti impieghiamo il massimo impegno per diffondere le nostre attività e sensibilizzare il maggior numero di persone sulle tematiche legate al cibo e far passare un concetto di cui tutti dovremmo essere consapevoli: la qualità del cibo è un diritto di tutti!