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Expo 2015 e Dieta Mediterranea > Strill Eat

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Expo 2015 e Dieta Mediterranea

Expo 2015 e Dieta Mediterranea

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di Antonio Paolillo* – Parlare di alimentazione vuol dire parlare di salute e questo è un diktat cui notevolissimi medici e scienziati di fama mondiale ci inducono a prendere seriamente in considerazione. Già Ippocrate nel
V secolo a.C. aveva innalzato il cibo a dignità di farmaco con la sua celebre frase “fa che il cibo sia la tua medicina…”. D’altronde le civiltà antiche curavano l’alimentazione con particolare attenzione ed i medici consigliavano diete e stili alimentari come rimedi per le patologie. Si era capito, già da allora, che esisteva una forte correlazione tra il cibo e la salute. Nel XXI secolo emerge sempre più una porzione di popolazione che soffre di patologie legate all’alimentazione: diabete, obesità, dislipidemie,carcinomi ma anche di disturbi legati al comportamento alimentare come la bulimia. Questo è dovuto a quella che gli epidemiologi definiscono transizione alimentare intesa come un passaggio da un’alimentazione ipocalorica a un’alimentazione ipercalorica, vale a dire che introduciamo nel nostro organismo alimenti più del dovuto, ma questa transizione alimentare è accompagnata anche da una transizione demografica intesa come la diminuzione della mortalità e l’incremento della popolazione che altro non è che una conseguenza della transizione alimentare. Infatti, i cambiamenti dietetici hanno rappresentato un elemento fondamentale nella storia evolutiva dell’uomo, la possibilità di accedere a più nutrienti ha sicuramente migliorato la qualità di vita dell’uomo e quindi ha anche aumentato l’aspettativa di vita. Il troppo cibo ha fatto nascere nuove patologie definite patologie dell’abbondanza. Il problema, dunque, si pone sotto due aspetti: Quale cibo? Per quante persone? Alla prima domanda dovranno rispondere le Aziende, le multinazionali e le industrie alimentari, orientando le loro produzioni verso metodiche sobrie e rispettose dell’ambiente. La chimica in tavola non serve, fortunatamente ci sono terreni e territori, dove le materie prime nascono genuine e senza bisogno di “aiutini vari” com’è il caso della nostra regione Calabria quindi poche importazioni e più prodotti locali. Alla seconda domanda dovranno rispondere i Capi di Stato e i Governi i quali si trovano a Expo 2015 proprio per discutere di come Nutrire il pianeta, inteso come garanzia di cibo per tutti (mentre moltissime persone muoiono ancora per malnutrizione), qui, ci si chiede quale salsa abbinare ai gamberetti. Nulla di male, ci mancherebbe, ma pensiamo anche a cosa abbinare ad un tozzo di pane per queste popolazioni (nel mondo ci sono ancora ottocentomilioni di affamati). Alimentazione e salute sono, dunque, oggi argomenti di notevolissima attualità che, purtroppo, stanno assumendo un significato di moda, di tendenza. E quando qualcosa diventa di moda, sono in tanti a dedicarsi all’argomento magari senza le giuste qualifiche solo per trovare spazio in un talk televisivo o su una rivista. Così nascono svariate diete: quella del gelato, della mela, del pasto monoporzione, etc.. Tutto il contrario di tutto quindi è facile che si seguano regimi alimentari che possono anche compromettere seriamente la nostra salute. Come orientarsi allora in un mare di notizie e consigli da programmi televisivi, riviste? Expo 2015 è senz’altro una occasione per presentare i cibi della nostra terra al mondo, così come è un occasione per conoscere tradizioni culinarie ed alimenti di altre regioni e di altri Paesi. Il cibo, infatti, si può definire interculturale perché i piatti migliori e più affascinanti derivano dalla mescolanza di più culture culinarie e questo ci permette di sperimentare nuovi sapori, nuovi modi di cucinare. La Calabria è la madre della Dieta Mediterranea (DM) la quale nasce sì a Nicotera per opera di Angel Kays ma nasce soprattutto dalla interculturalità. Marco Polo, Cristoforo Colombo, Arabi, Greci e Fenici hanno man mano introdotto nella nostra terra nuovi alimenti, semi, spezie,tali da creare il fantastico mosaico che compone la DM oggi riconosciuta Patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco. La DM non è uno specifico programma dietetico ma un regime alimentare che è frutto di tradizioni popolari, di territori, di un ben definito contesto geografico. Non è, dunque, una dieta per stare bene ma è la dieta del benessere stesso! Gli alimenti che la compongono sono semplici, umili, come fagioli, patate, pane, pasta, pomodori, verdure, olio di oliva e vino, anche la carne fa parte della DM come il capretto o i salumi ed il pesce azzurro. Per la carne, però, oggi, si sa che non bisogna eccedere con il consumo ma due volte la settimana è consumabile. La Calabria possiede tutti questi alimenti, anzi, dirò di più, di questi alimenti 12 sono Dop e 5 Igp. Tra i prodotti Dop possiamo annoverare l’olio di oliva, il bergamotto, caciocavallo, capocollo, soppressata, pecorino. Tra i prodotti Igp la cipolla, clementine, patate, dolciumi, nonché un elenco di Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Se pensiamo, ad esempio, che il trentino Alto Adige sia conosciutissimo per le sue mele e la Puglia per le cime di rapa o Sorrento per i suoi limoni, noi che possediamo un paniere così vasto di prodotti, non dovremmo superare i confini senza problemi? E vivere di sole risorse agroalimentari e turistiche? Sicuramente Expo 2015 non potrà rispondere a queste domande ma sicuramente la risposta la troveremo tra i calabresi stessi, nelle loro capacità imprenditoriali di coltivatori e di trasformatori dei prodotti agroalimentari e nella classe politica che deve essere garante e tutore di queste nostre specialità, tutelando e promuovendo la DM attraverso le Università, nelle mense scolastiche, nella ristorazione collettiva anche e soprattutto ai fini preventivi nei confronti delle patologie dell’abbondanza e salutistici.

*Tecnologo Alimentare Ordine Tecnologi Alimentari Basilicata e Calabria