Interviene Demetrio Stancati, Presidente del Consorzio di tutela dei vini Terre di Cosenza DOP,che raggruppa tutte le DOC cosentine, a seguito degli articoli apparsi sulla stampa nei giorni scorsi, sulla necessità di una DOC Calabria.
“Premesso che sono del tutto propenso alla realizzazione di un brand Calabria per il prodotto da esportare, penso però che ciò debba tradursi in una serie di nuove sinergie atte a convincere i consumatori che qui c’è un territorio di qualità tutto da scoprire, molto diversificato e con mille colori e mille sapori.”
E continua Stancati: ”Non vorrei si confondesse un brand commerciale Calabria che sia espressione di tutte le eccellenze agroalimentari con le DOC e le DOP del vino che devono essere espressione di determinati vitigni e di luoghi diversi tra loro per storia e per natura.”
È convinzione del Presidente del Consorzio di Tutela Terre di Cosenza DOP che la ricchezza di una regione sia data dalla grande varietà di prodotti fortemente legati al territorio.“Se volessimo dare una sola immagine alla vitivinicoltura calabrese confonderemmo i consumatori, ma soprattutto penalizzeremmo i produttori che in un singolo vitigno autoctono ed in un ben definito territorio hanno creduto ed investito. È come se la Toscana uniformasse Chianti, Morellino di Scansano e Brunello di Montalcino riversando tutto in un unico calderone.”
I produttori della provincia di Cosenza, dunque, ben si trovano allineati con le posizioni già espresse dal consorzio di tutela della DOC Cirò e dalla Coldiretti ricordando, altresì, agli addetti ai lavori e non che esiste già una Indicazione Geografica Tipica(IGT) che abbraccia l’intera regione, nata per raggruppare tutti i vini prodotti con vitigni prevalentemente internazionali e quindi che prescindono da un legame prettamente territoriale.