Sin dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, sul web e in tv abbiamo avuto modo di vedere le immagini degli scaffali vuoti nei vari supermercati della nostra nazione che, quotidianamente, venivano quasi ‘presi d’assalto’. Ciò che ha fatto ulteriormente preoccupare sono state le immagini pubblicate su molti giornali, online e cartacei, nei giorni immediatamente successivi alla scoperta dei primi casi in Italia di Covid-19, che mostravano file interminabili fuori dai supermercati e scaffali vuoti.
Subito dopo la diffusione delle prime notizie a riguardo del contagio all’interno delle varie regioni italiane, sono state moltissime le persone che si sono recate nei supermercati per fare scorte in previsione della quarantena. Secondo i dati Nielsen, il ‘fenomeno’ ha fatto segnare un’impennata delle vendite nella Grande Distribuzione Organizzata, ma ha evidenziato un problema legato al rischio di non consumare il cibo in tempo. A tal proposito, proprio il Banco Alimentare ha chiesto maggiore attenzione al tema dello spreco alimentare, ricordando che ogni anno vengono buttati via ben 2,4 milioni di tonnellate di cibo. Comuni e associazioni si sono già attivate per limitare i potenziali danni.
Tra i primi ad attivarsi per sensibilizzare la popolazione vi è il Banco Alimentare, che già il 25 febbraio aveva pubblicato una nota in cui dichiarava: “Vogliamo ricordare, oggi più che mai, che il cibo è un dono davvero prezioso: nemmeno una briciola di ciò che è stato acquistato merita di finire sprecata!”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la sezione fiorentina di Confesercenti, ente che ha recentemente lanciato BitGood, una propria piattaforma contro gli sprechi.