Il Capocollo di Calabria è senza alcun dubbio un pregiato salume con denominazione Dop sempre più usato e richiesto da chef stellati e non per arricchire le pietanze e u taglieri.
Questa tipologia di salume calabrese sempre più apprezzata da Nord a Sud è un insaccato che si ottiene dalla lavorazione della parte superiore del collo e dalla spalla del maiale. Secondo la Disciplinare che regola la denominazione DOP del prodotto, i maiali usati per la produzione del Capocollo di Calabria devono essere nati, allevati e macellati solo ed esclusivamente in Calabria.
Il taglio della carne deve presentare uno strato di grasso dello spessore che non superi i 3-4 millimetri, particolarità che migliorerà la qualità della stagionatura del prodotto. Il processo di lavorazione del Capocollo di Calabria Dop si tramanda da generazione a generazione ed inizia con l’accurata selezione dei tagli di carne che vengono salati con sale di cucina. Successivamente si passa alla fase di lavaggio, massaggio con aceto di vino e aggiunta di pepe nero. Come indicato dal Consorzio Salumi di Calabria DOP, il prodotto infine avvolto nel budello di suino e poi appeso per la stagionatura (in genere dura 100 giorni).
Il capocollo a fette viene servito sia negli antipasti calabresi, accompagnato da formaggi e salumi prettamente calabresi, che come secondo piatto o fedele compagno della bruschetta realizzata rigorosamente con pane di grano.