È a Strongoli che Ceraudo nel 1973, acquistò la tenuta appartenuta ai Principi Campitello e Pignatello e in seguito ai Baroni Giunti, con il casolare risalente al 1600. Nello stesso anno avvia la trasformazione del terreno e sono nati, accanto agli ulivi secolari, i primi vigneti, da cui col tempo e sacrifici ha ottenuto il primo vino.
Oggi l’Azienda Agricola Ceraudo si estende su 60 ettari, di cui 38 coperti da uliveti, 20 da vigneti e 2 da agrumeti.
tra i primi in Calabria ad applicare l’agricoltura biologica”.
I vigneti e gli uliveti vengono coltivati senza l’ausilio di prodotti chimici, ma prevedendo gli attacchi parassitari con capannine meteorologiche e trappole di ferormoni a richiamo sessuale.
Ha rivestito un ruolo di fondamentale importanza, da sempre, la ricerca della qualità� totale, dalla coltivazione alla trasformazione del prodotto, rispettando e valorizzando il nostro territorio e microclima.
Tutte le fasi della produzione vengono gestite internamente, dando vita ad un microsistema simile a quello in uso nelle vecchie fattorie.
La produzione dell’azienda si aggira attorno alle 70.000 bottiglie di vino rosso, bianco e rosato, con denominazione I.G.T. (indicazione geografica tipica) Val di Neto. L’uva raccolta viene trasformata in cantina e la fermentazione dei mosti avviene a temperatura controllata.
La produzione dell’olio conta circa 30.000 bottiglie, le olive vengono raccolte all’invaiatura e lavorate immediatamente, per evitarne la decomposizione, con la tecnica della spremitura a freddo in ciclo continuo.
Ogni scelta fatta è mirata alla ricerca costante della qualità nella lavorazione del prodotto, della terra e con l’utilizzo di moderne tecnologie oltre che con la consulenza dell’enologo e maestro Fabrizio Ciuffoli.
Nelle fasce più alte sono stati impiantati vitigni bianchi che hanno dimostrato di esprimersi al meglio, Chardonnay, Greco Bianco e Mantonico, Pecorello. Appena più in basso sono stati sistemati il Gaglioppo, vitigno autoctono, e Cabernet Sauvignon, mentre è in atto una sperimentazione su altri vitigni autoctoni,tra cui il Magliocco, sui terreni appena acquistati.
L’esposizione dei filari verso il mare, la consistenza del terreno e il microclima proprio, ha permesso di ottenere dei vini carichi di profumi, persistenti e freschi. Il sole, la frutta, i fiori primeggiano nei caratteri regalando emozioni uniche: “un viaggio verso il Sud”.