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Alimentare, il nutrizionista ammonisce: “frutta grande assente al ristorante”

Nei ristoranti d’Italia, Paese della Dieta Mediterranea, la frutta è scomparsa, il pane viene portato perlopiù su richiesta e il carrello degli oli è una rarità. “Per il dessert gli esercenti si comportano come gli americani che propongono ‘Some cake?”, solo dolci per dessert, quando invece, soprattutto ai visitatori stranieri, dovrebbero proporre il gusto, la varietà e la freschezza della frutta made in Italy, dei tanti pani artigianali tipici della nostra cultura gastronomica da Nord a Sud, e olio extravergine di territorio”.

A dirlo è il medico nutrizionista Giorgio Calabrese, presidente del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, a margine della premiazione del 23/mio Concorso regionale per i migliori oli extravergine d’oliva “Orii del Lazio, capolavori del gusto”, promosso da Unioncamere Lazio. L’olio, sottolinea Calabrese, “è un alimento liquido, e non svolge solo funzioni di condimento.

Gli anziani in particolare hanno bisogno di nutrirsi di olio ogni giorno e nella giusta quantità. Gli oli tunisini sono “fratelli” perché sempre provenienti dal Mediterraneo ma hanno meno polifenoli delle produzioni made in Italy”. “Proporre frutta fresca di territorio, invece del consueto ananas di importazione significa non solo assecondare la voglia di conoscenza delle nostre tipicità dei visitatori del Belpaese – osserva Calabrese – ma anche poter contare e offrire prodotti che garantiscono polifenoli e sostanze nutrienti più ricche in quanto freschi e di filiera produttive ad alti standard nei controlli e nella qualità”.

L’appello del nutrizionista Calabrese è stato immediatamente sposato dall’assessore regionale all’Agricoltura Carlo Haussmann: “pane, olio in bottiglia con tappo anti-rabbocco, e frutta fresca non dovrebbero mai mancare nell’offerta di ristorazione. Soprattutto negli esercizi più frequentati dai turisti internazionali è importante che vengano proposti almeno tre varietà diverse di olio extravergine del territorio, da illustrare per la qualità dei paesaggi rurali che evocano a tavola – conclude Haussmann – e per il gusto e la capacità di sposare al meglio un piatto tipico e ortofrutta di stagione. Il Lazio deve produrre più olio e incentivare un consumo di territorio che aiuta la nostra economia, riqualifica il paesaggio e fa recuperare alberi abbandonati, da’ futuro a una coltura con storia millenaria”.

Intanto in Toscana, il 17 marzo a Bargino presso le Nuove Cantine Antinori saranno decretati i 4 oli migliori al mondo per la ristorazione, secondo il concorso “Il Magnifico” promosso dall’Airo – Associazione Internazionale Ristoranti dell’Olio. Si tratta di una rete di ristoranti ed aziende che ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’olio extravergine di alta qualità. I migliori ristoranti d’Italia son impegnati insieme ad AIRO nella lotta a favore dell’olio extravergine d’oliva di eccellenza. ( www.associazioneairo.com ). Ai vincitori la vetrofania di Ristorante AIRO 2016, identificativa di una rete di ristoranti di pregio che valorizzano l’olio di eccellenza.