La Calabria, baciata dal sole e circondata dal mare, ha una tradizione culinaria invidiata sia dal resto della nazione che da molti paesi esteri per la sua antichità, per l’impiego di materie prime e per la sua vastità. Dal dolce al salato, dalla frutta alle spezie, in Calabria sono molteplici i prodotti rari da trovare e solo da apprezzare. Dalla mitica ‘Nduja di Spilinga alla cipolla rossa di Tropea, fino all’aromatico Bergamotto di Reggio Calabria: sono molteplici i prodotti territoriali che da un paio di anni si sono affermati anche nel mondo dell’esportazione nazionale ed internazionale, mantenendo sempre il marchio Made in Calabria.
Tra i tanti prodotti appartenenti all’enogastronomia calabrese, oggi parleremo del Caciocavallo di Ciminà, formaggio dal sapore intenso prodotto in un’area ristretta in provincia di Reggio Calabria e tutelato in quanto presidio Slow Food.
Il caciocavallo, ampiamente utilizzato in molte ricette tipicamente calabresi, si produce nell’area di Ciminà, piccolo comune di 700 abitanti della Locride. La sua storia è antichissima, e tutt’ora viene realizzato seguendo l’antica e segreta ricetta tramandata tra gli abitanti di Ciminà.
Il caciocavallo è un formaggio a pasta filata prodotto e diffuso in tutta la Calabria e in una buona parte del Sud Italia.
Tra le particolarità che possiamo annoverare riguardo la produzione di questo bene prezioso 100% calabrese, meritano molta importanza i pascoli, il clima, le forme e la stagionatura che variano in base alla zona tipica di produzione.
In particolare a Ciminà, il caciocavallo si fa a due testine, è un formaggio piccolo e allungato. Alcune varianti prevedono che la forma sia ovoidale.
Il peso del caciocavallo di Ciminà va dai 400 g sino a raggiungere i 3 kg.
Oltre che nel comune di Ciminà, questo formaggio viene prodotto ad Antonimina e in parte del territorio dei comuni di Platì, Ardore e Sant’Ilario dello Jonio, tutti nella provincia di Reggio Calabria.
In Calabria tipicamente viene gustato tagliato a fette ed accompagnato con salumi e ortaggi sott’olio, oppure alla griglia, magari accompagnato da funghi della Sila o pomodori secchi sott’olio.